Teatro Alfieri Torino

Il Teatro del Paesaggio.Gratuito per i residenti di Magliano, per i bambini fino a 14 anni, per i possessori del ‘pass Torino Musei’ e per i visitatori con disabilità.CONTATTI FONDAZIONE BAROLO & CASTELLI +39 0173 38 66 97.UNA TERRA PLASMATA DALLE GENERAZIONI DEGLI UOMINI.Il paesaggio collinare di Langhe e Roero.Il paesaggio delle Langhe e del Roero è un intreccio inscindibile di natura antropizzata e umanizzata dal lavoro contadino, di cultura e produzione che si manifestano attraverso forme e prodotti della terra di eccezionale valore, e di memoria stratificata di generazioni.Questo paesaggio, che oggi appare armonioso e naturale, non è frutto del caso, ma è il prodotto di una storia avvincente e duratura, che le sale del Museo del Paesaggio mettono a fuoco attraverso documenti, conoscenze, saperi materiali e immateriali, testimonianze di un passato che diventa presente e progetto per il futuro.Un ‘Teatro del Paesaggio’ che aiuta a leggere gli scenari di Langa e Roero, rendendo i contadini attori di storie di vita, perché, come diceva Nuto Revelli, ‘senza la gente le Langhe diventano un palcoscenico meraviglioso, ma spento’.’ Ricercare e difendere il senso della bellezza per cogliere l’anima profonda dei luoghi è, in definitiva, lottare per la vita e la libertà’. ‘Antonio Adriano.Siamo negli anni ’60 e ’70 e nelle nostre campagne molti contadini, pur continuando a coltivare la terra il sabato e la domenica, vanno a lavorare in fabbrica. Il contatto con la città e l’arrivo in famiglia di una busta paga determinano cambiamenti nella loro vita con il conseguente desiderio di liberarsi di ciò che aveva segnato anni di fatica e povertà. È il periodo in cui molti oggetti della cultura materiale vengono buttati via o venduti agli antiquari e alcune antiche feste popolari vengono abbandonate.Contemporaneamente si verifica un altro evento, forse più pericoloso: i giovani più istruiti (ancora pochi) lasciano la campagna, che non sembra offrire loro alcuna possibilità di emancipazione, e scelgono la città, ritenendo la cultura cittadina più adatta alla loro condizione sociale e più promettente per il loro futuro.RICOSTRUIRE UNA STORIA.IL ‘GRUPPO SPONTANEO’ DI MAGLIANO ALFIERI.A Magliano nasce un gruppo di giovani guidato da Antonio Adriano, poi seguito anche in altri paesi di Langa e Roero. Il suo scopo è quello di opporsi al fenomeno dell’abbandono delle campagne, sottolineando l’importanza della vita contadina. È quindi importante raccogliere le testimonianze, raccontando e salvando quegli aspetti che possono fare da ponte per il futuro.I ragazzi pensano che potrebbe essere un danno sociale e culturale privare le piccole aree di nuove energie, diventando anonime periferie dormitorio. Prende così vita in breve tempo un movimento che coinvolge i giovani con l’obiettivo di recuperare le tracce della storia locale, di far rivivere alcune feste popolari, non del tutto scomparse, con la loro funzione, non secondaria, di aggregazione e di difesa del territorio dall’invasione indiscriminata del cemento e di un’edilizia pseudo-urbana che sta cancellando ogni segno estetico o architettonico lasciato dagli antenati. Da questi intenti nascono alcune raccolte di oggetti, canti e storie di vita. L’attenzione è rivolta a una normativa urbanistica che non sia invasiva, ma che inserisca armonicamente il nuovo nel solco del passato. Gruppi di giovani istruiti decidono di mettere energie e conoscenze al servizio della propria comunità. Passa un periodo di intensa attività e si sente la necessità, siamo all’inizio degli anni Novanta, di raccontare, ad esempio in un museo, questa storia e quelle storie. Una prima ricerca riguarda il fenomeno dei soffitti in gesso decorati, realizzati nelle case dei contadini. Fino ad arrivare ai primi anni del 2000, quando iniziano alcune attività tra cui il restauro delle sale dell’ala ovest, che daranno vita al Museo ‘Il teatro del paesaggio’.Questo Museo è quindi il risultato di un lavoro di collaborazione iniziato verso la fine degli anni ’60, frutto della passione di un gruppo di amici che ha ripercorso le radici della cultura contadina. L’intento non era solo quello di raccogliere e conservare la memoria: era quello di ricostruire, attraverso il recupero delle radici della loro storia, una coscienza collettiva.Da quell’esperienza, grazie all’iniziativa dell’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Carosso, è partito il lavoro dei giovani ricercatori dell’Università di Pollenzo in Scienze Gastronomiche, che hanno scelto di mettere al centro di questa mostra il contadino, che nella sua azione millenaria ha plasmato le colline di Langhe e Roero e ne ha connotato la cultura.Non solo Museo del territorio, ma teatro del paesaggio, il cui territorio è l’angolo emozionale, poiché sovrappone alla fisicità dei luoghi la vita delle persone.

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